mercoledì 22 febbraio 2012

L'infinito

 Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

 
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.


Ma sedendo e mirando, interminati


Spazi di là da quella, e sovrumani


Silenzi, e profondissima quiete


Io nel pensier mi fingo; ove per poco


Il cor non si spaura. E come il vento


Odo stormir tra queste piante, io quello


Infinito silenzio a questa voce


Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,


E le morte stagioni, e la presente


E viva, e il suon di lei. Così tra questa


Immensità s'annega il pensier mio:


E il naufragar m'è dolce in questo mare.


Giacomo Leopardi

1 commento:

  1. bello naufragare e annegare nell'immensità
    bella poesia

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