mercoledì 6 marzo 2013

Sonetto #98

In primavera sono stato assente,
quando Aprile, superbo e fastoso,
in tutto era tanto effervescente
da fare il grave Saturno festoso.
Ma né canti di uccelli, o profumate
e colorate varietà di fiori,
m'hanno ispirato storie d'estate,
o a coglierli da dove vengon fuori.
Né mi stupiva il giglio, e neppure
il profondo vermiglio della rosa:
erano solo amabili figure
di te, modello d'una e d'altra cosa.
  Sembrava inverno, tu non c'eri: a me,
  toccò giocar con quelli, ombre di te.

William Shakespeare