mercoledì 11 aprile 2012

Speranza

Il gigantesco rovere abbattuto
l'intero inverno giacque sulla zolla,
mostrando, in cerchi, nelle sue midolla
i centonovant'anni che ha vissuto.

Ma poi che Primavera ogni corolla
dischiuse con le mani di velluto,
dai monchi nodi qua e là rampolla
e sogna ancora d'essere fronzuto.

Rampolla e sogna - immemore di scuri -
l'eterna volta cerula e serena
e gli ospiti canori e i frutti e l'ire

aquilonari e i secoli futuri...
Non so perché mi faccia tanta pena
quel moribondo che non vuol morire!



Guido Gozzano

2 commenti:

  1. ...pacata serenità e aperta accettazione.
    molto bella!

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  2. Boccata di ossigeno la poesia, antidoto alla banale routine di certe giornate .. respiriamo ..

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