giovedì 27 dicembre 2012

Buenos Aires

E la città, adesso, è come una mappa
delle mie umiliazioni e fallimenti;
da quella porta ho visto i tramonti
e davanti a quel marmo ho aspettato invano.
Qui l'incerto ieri e l'oggi diverso
mi hanno offerto i comuni casi
di ogni sorte umana; qui i miei passi
ordiscono il loro incalcolabile labirinto.
Qui la sera cenerognola aspetta
il frutto che le deve il mattino;
qui la mia ombra nella non meno vana
ombra finale si perderà, leggera.
Non ci unisce l'amore ma lo spavento;
sarà per questo che l'amo tanto.


Jorge Luis Borges

domenica 23 dicembre 2012

Dove, in quali beati giardini sempre freschi

Dove, in quali beati giardini sempre freschi,
su quali alberi, da quali calici che teneri sfioriscono
maturano gli strani frutti che consolano? Delizia
che forse raccogli nel prato calpestato

della tua povertà. Di volta in volta
il tuo stupore è per il frutto - pieno, sano,
liscio nella scorza - e ti sorprende che il volo
leggero dell'uccello non te l'abbia già rubato, o la gelosia

del verme laggiù. Esistono alberi sfiorati d'ali di angeli
e cresciuti nelle cure così strane di lenti e segreti
  giardinieri,
alberi che ci recano quel frutto e che mai sono nostri?

Potremmo mai turbare, noi, ombre e fantasmi,
acerbi e appassiti nell'istante che matura
il calmo abbandono di quell'estiva indifferenza?


Rainer Maria Rilke